Davvero complimenti alla prof. ssa Annamaria Colucci, docente del Liceo Classico M.T. Cicerone di Sala Consilina, il cui testo di scrittura creativa
(che potete leggere in calce a questo articolo), utilizzato in classe
per spiegare agli studenti una tecnica di scrittura, è stato selezionato ed inserito in un progetto del Ministero della Pubblica Istruzione dal titolo “Promozione delle eccellenze ed incentivazione dei talenti“, rivolto ai docenti degli Istituti Superiori. Il testo ora rappresenterà a livello nazionale, insieme ad altri testi, la voce della Buona Scuola italiana contro l’abuso di alcol tra i giovani. “Si
tratta –spiega la prof. ssa Colucci- di uno dei lavori che ho
elaborato e proposto come esempio ai miei studenti nel’ora di scrittura
creativa in classe. Nasce a dimostrazione di come la parola, e
soprattutto la parola scritta, può diventare un mezzo per decodificare
situazioni complesse e labirintiche che, come recenti tragedie avvenute
anche sulle strade valdianesi dimostrano, i ” nostri ragazzi” si trovano
a gestire. Poi, quasi per caso, avendo letto del progetto contro
l’abuso di alcol del Ministero dell’Istruzione, l’ho inviato ed è stato
selezionato. Al di là di tutto –conclude la Prof.ssa Colucci- imparare
a scrivere può essere secondo me in particolare per i giovani uno dei
modi per conoscere e conoscersi, per dare forma a ciò che è informe”. Invitiamo tutti a leggere e condividere il testo, che trovate qui sotto, nel quale la Prof. ssa Colucci –come in un monologo interiore- si immedesima in una giovane ragazza: Daniela,
iscritta all’ultimo anno delle Scuole Superiori. Il testo è scritto su
due livelli: nel primo la giovane racconta di sé, della sua vita, delle
sue speranze, tipiche di tanti coetanei, dando vita ad una partecipata
immersione nella “Tribù dei Ragazzi”. Il secondo livello, shoccante, affronta le conseguenze dell’abuso di alcol tra i giovani. Il risultato, emozionante e coinvolgente,
sarà ora letto in tutte le scuole italiane e raccolto, insieme ad altri
testi selezionati, in una brochure diffusa dal Ministero
dell’Istruzione.
Ecco il Testo:
Salve ragazzi
mi chiamo Daniela, ho 18 anni, anzi per l’esattezza 18 anni e 4 mesi e
sono da quattro mesi patentata. Quiz superati, sono valse a qualcosa
tutte quelle schede,sapere se il tasso alcolico rientra nella fascia a
(tra 0,51 e 0,80) ; se rientra nella fascia b (tra 0,81 e 1,5); se
rientra nella fascia c (superiore a 1,5) non mi servirà mai a niente
comunque…, che posso dirvi di me.
Adoro i Modena City Rambers ma anche i Nirvana ed i Pink Floyd, mi
piace ascoltarli a palla, in camera, a scuola ( ho i capelli lunghi e la
prof. non vede gli auricolari), in bagno e in macchina, credo
rappresentino la mia dose di paradiso perché ascoltandoli mi
alleggerisco, tutto scompare per poi ricomparire scomposto, fluido,
aperto a varie soluzioni e devo dire…… mi hanno salvato la vita, l’ora
di matematica sarebbe stata interminabile se queste note non dessero un
movimento accelerato a quelle lancette.
E poi……. i limiti, il medio proporzionale, gli algoritmi che
c’entrano con me, con il mio ragazzo, con la sigaretta rubata, con la
birra con gli amici, con Zero Calcare? O forse
c’entrano…………………………………………………..
Ah poi adoro i fumetti, Daniel Pennac, uno strano, del resto anche la prof che me l’ha consigliato è un botto strana.
Mi piace la pizza, la adoro e poi la fonduta con le fragole, la parmigiana di nonna e la cioccolata del distributore……
La mia giornata preferita? Il primo giorno di scuola di ogni anno,
dal fiocco rosa al quinto liceo, certo.. ho dimenticato – da
sottolineare – frequento l’ultimo anno, sì proprio quello delle feste
di diciott’anni, del Mak ᴨ, degli esami della patente, degli Alpha test,
della pace prima della tempesta, dell’Esame di Stato, degli
orientamenti, del viaggio d’istruzione all’estero, ovviamente grandi
manovre e preparativi…..
Vivo una bella storia con un ragazzo, forse non la storia della vita,
ma abbastanza seria: forse andremo insieme all’università: stessa
mensa, stessa casa, stesso letto.. sarà forse troppo? Mah.. vedremo..
per adesso abbracci, abbracci rosso mattone, parole leggere, sguardi
profumati e tante,tante parole belle come arcobaleni notturni e leggere
come farfalle sulla neve ( cara prof. le ho usate! Però che palla
quel libro avrà pure vinto il Nobel!) vivo di fretta, vivo in precario
equilibrio, dormo sospesa, sogno a bocca aperta e ho pensieri rugiadosi e
lucidi. E poi…… ho capelli neri con doppie punte, occhi banalmente
castani, carnagione acromatica ma ho un bel naso, importante ma non
troppo che quando lo vedi pensi.. però che bel naso! Cosa a cui non
rinuncerei mai? Le mie Converse, il mio mp3 e Gianna, la mia compagna di
banco, sì come quella di Rino Gaetano: morbida, inconsapevole, sempre
in ritardo e sempre sorridente. È la mia Valeriana alle banalità, perché
ho un grande difetto, oltre all’altezza, al seno piccolo, ad un po’ di
cellulite ( ma solo un po’) sono allergica alle banalità, la mia vita
sarà tutto fuorchè banale. Meglio la morte che una vita patetica e
banale.
Sarò sicuramente un magistrato proprio come quel diavolo rosso di
Boccassini che ha ossessionato il nano malefico, proprio quello dei
trenini e dei travestimenti. Viaggerò molto, conoscerò Gino Strada che
potrei difendere un giorno contro il Sistema o sarà troppo vecchio per
essere accusato o addirittura morto? La morte? Non ci penso perché com’è
quel giochetto se c’è lei non ci sono io, se ci sono io non c’è lei! Figo quell’Epi.
Ma ora, un momento….. 1:14…. sabato sera…… DJ da sballo…… birra…….
pochi tiri……. a casa……. ( chi li sente quelli). Incrocio, sudore, The
Wall, Davide, Gianna, luce, luce forte, rumore, strada, pioggia,
abbraccio, mano, gamba, testa…. sì testa, occhio destro, naso, proprio
quello bello, freno, frizione………… no a noi no…
Ciao
Ciao ragazzi, mi chiamavo Daniela, ero un po’ bassa, con un po’ di
cellulite, amavo ascoltare musica, frequentavo il liceo, Davide, Gianna,
leggevo Pennac, maledicevo la prof. che diceva che un giorno una poesia
ci avrebbe potuto salvare la vita, aveva torto, mi sono sforzata….
lentamente muore chi non ha voce….
lentamentemuore chi evita una passione
..ma io no, io avevo voce, io avevo passione..
Non sarò mai un’universitaria, non bacerò più, non vedrò più
arcobaleni notturni, né farfalle sulla neve, neppure le luride mosche
che odio anzi odiavo,non mi ciberò più di pizza né di abbracci, di
parole, di risate.
Non berrò più, sì perche bevevo anzi ho bevuto tanto quella
sera..tanto poi passerà, un caffè, una gomma ( per non risultare
positiva al fiuto infallibile di mia madre) e domani
un’aspirina…. invece…………..buio,
sangue, occhio, naso, gamba, cuore…
uno, due, tre libera, angoscia, oppressione, soffocamento, dolore, stordimento e poi buio, freddo, tanto freddo.
Ho provato a fare il giochetto di quello, quando c’è lei non ci sono
io ma… non ha funzionato. Quando LEI è venuta io c’ero, c’ero e mi ha
vista, anch’io l’ho riconosciuta, l’ho vista bene e adesso?
IO non ci sono più ma lei c’è, c’è sempre e ci sarà ed ha un odore intenso e dolciastro di birra.
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